Intervento di EMDR Italia sullo stress post traumatico

ATTI DELL’EVENTO: “UNO SGUARDO AL FUTURO DEL RWANDA: CRESCERE DOPO IL TRAUMA 19 ANNI DOPO IL GENOCIDIO”

Sabato 19 ottobre 2013 – Sede CIFE Roma – Salita de’ Crescenzi, 26

Dott.ssa Simona Parisi
Medico Chirurgo, Specialista in Psichiatria, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR

Dott.ssa Roberta Ponzano
Psicologa, Psicoterapeuta, Supervisore EMDR

Associazione “EMDR Italia”

Lo stress post traumatico, è rappresentato dall’insieme di sintomi psichici e fisici che insorgono in seguito all’esposizione dell’individuo ad un evento traumatico, e che provocano un livello di sofferenza tale da interferire col normale svolgimento della vita quotidiana sociale e lavorativa della persona.

Lo stress post traumatico può essere affrontato e trattato, in base al livello di sofferenza provocato, sia con una terapia farmacologica specifica che con la psicoterapia.

Tra le metodologie utilizzate in psicoterapia per affrontare i disturbi da stress post traumatico, si è rivelata molto efficace la Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i Movimenti Oculari, una procedura meglio nota con l’ acronimo della sua denominazione in inglese E.M.D.R. (Eye Movement Desensitization and Reprocessing).

L’EMDR è quindi una metodologia psicologica utilizzata per affrontare il trattamento dei problemi emotivi causati da esperienze di vita disturbanti. Per esperienze di vita disturbanti si intendono sia eventi traumatici come aggressioni, calamità naturali, incidenti, sia eventi disturbanti avvenuti nell’infanzia. Tale metodo può essere utilizzato nell’ ambito di una psicoterapia tradizionale.

L’ E.M.D.R fu “scoperto” casualmente nel 1987 da una psicologa, la Dr.ssa Francine Shapiro, la quale si accorse che effettuare movimenti oculari volontari riduceva l’intensità di pensieri negativi disturbanti (movimenti oculari come quelli che avvengono nella fase REM del sonno).

Avviò quindi uno studio accurato sui reduci del Vietnam e sulle vittime di aggressioni sessuali e notò che il trattamento con EMDR riduceva la sintomatologia da stress post traumatico riscontrata nelle persone prese in esame.

Le esperienze della vita quotidiana possono risvegliare e stimolare emozioni, pensieri e sensazioni fisiche negative derivate da esperienze traumatiche precedenti, che non sono state adeguatamente affrontate e risolte, e che quindi possono continuare a rappresentare una causa di disagio nella vita attuale della persona.

L’esperienza codificata di traumi precedenti rappresenta infatti una base primaria dei disturbi ed è collegata ai problemi attuali che riporta il paziente quando viene in terapia. Quasi tutte le disfunzioni attuali hanno quindi radici esperienziali. Il passato è presente.

Il terapeuta attraverso l’EMDR stimola il sistema innato di elaborazione delle informazioni presente nel cervello di tutti noi, facilitando così una rielaborazione dell’esperienza traumatica. L’EMDR sblocca quindi un processo naturale, attivando un meccanismo di autoguarigione,   già   presente   nelle   persone, che   permette   così   di   modificare   le associazioni createsi nel momento in cui si è vissuta l’esperienza traumatica.

Pertanto possiamo considerare l’EMDR come un metodo terapeutico a base fisiologica che facilita la rielaborazione dei ricordi delle esperienze traumatiche in modo tale da renderle meno disturbanti, e permette quindi di pensare ai ricordi in una nuova prospettiva.

L’EMDR prevede l’utilizzo di un protocollo strutturato che permette alla persona trattata di individuare gli elementi più disturbanti del ricordo traumatico, e di elaborarli con l’aiuto del terapeuta che nel frattempo guida i movimenti oculari attraverso stimolazioni bilaterali.

L’obiettivo delle stimolazioni bilaterali è quello di facilitare la comunicazione tra i due emisferi cerebrali mentre il ricordo viene processato. Oltre che attraverso i movimenti oculari, questo tipo di stimolazione degli emisferi può avvenire anche attraverso stimoli tattili (tapping) o mediante stimoli sonori. L’ obiettivo del processo è quello di favorire nella persona un’elaborazione rapida delle informazioni relative all’esperienza traumatica fino al raggiungimento di una risoluzione più adattiva.

L’efficacia dell’EMDR risiede nella doppia e contemporanea focalizzazione dell’attenzione sul ricordo passato e sugli stimoli bilaterali attuali applicati dal terapeuta.

Quest’abbinamento consente di trasformare il vissuto da percezioni travolgenti a sue rappresentazioni più controllabili.

Esempio: da ‘sto morendo’ a ‘mi osservo mentre sono convinto di star morendo’.

Durante il percorso si possono esperire emozioni intense, si può ridere o piangere, provare rabbia o tensione ma al termine di ogni seduta la maggior parte delle persone riferisce una riduzione del disagio legato al trauma vissuto, poiché man mano che cambiano le convinzioni negative a favore di quelle positive nuove, si assiste a una riduzione della sintomatologia disturbante.

Il protocollo EMDR prevede un lavoro impostato su tre assi:

  1. Passato: ricordi di eventi di vita disturbanti
  2. Presente: trigger odierni del disturbo
  3. Futuro: costruzione di nuove abilità per un funzionamento più adattivo

Durante un trattamento con EMDR, oltre le esperienze passate, vengono quindi prese in considerazione anche le cause attuali di stress nella vita della persona, ed inoltre i pensieri e le azioni desiderate per il futuro. Questo tipo di approccio permette di affrontare il ricordo traumatico in modo globale, cogliendo gli aspetti disfunzionali nella vita presente della persona e migliorandone la prospettiva futura.

Il trattamento con EMDR si è dimostrato efficace, oltre che nel trattamento dello stress post traumatico, anche in altri disturbi, quali attacchi di panico, ansia da prestazione, lutto complicato, abusi sessuali, disturbi dissociativi. Viene inoltre utilizzato per rinforzare la funzionalità delle persone nello svolgimento del proprio lavoro, per migliorare le prestazioni sportive degli atleti o le performance di chi lavora nel mondo dello spettacolo.

Molte ricerche sul trattamento di vittime di violenze sessuali, catastrofi naturali, incidenti, indicano che l’EMDR conduce a rapida desensibilizzazione dei ricordi traumatici e a una ristrutturazione cognitiva che riduce in modo significativo i sintomi delle persone.

Nel 1995 Wilson, Becker e Tinker hanno pubblicato su una rivista scientifica prestigiosa, il Journal of Consulting and Clinical Psychology, uno studio condotto su 80 persone con disturbo da stress post traumatico, dimostrando un notevole miglioramento della sintomatologia dopo trattamento con EMDR,   e un mantenimento dei risultati ottenuti in studi di follow-up condotti a distanza di 15 mesi.

Nel 2004 il Veterans Affairs e il Department of Defense hanno raccomandato l’EMDR per il trattamento dei traumi.

Il Dipartimento Psicologia Clinica dell’American Psychologic Association indica l’EMDR come approccio psicoterapico più efficace per il trattamento del PTSD.

Il SAHMSA’s National Registry of Evidence-based Programs and Practices ha inserito l’EMDR tra le psicoterapie dimostratesi efficaci sulla base dei risultati.

Inoltre, sono state fatte numerose ricerche, e molti studi sono tutt’ora in corso, sui meccanismi attraverso i quali l’EMDR riesce ad attivare e facilitare la rielaborazione delle esperienze traumatiche.

  1. Studi con strumentazione SPECT (Università di Boston, 1999)
  2. Journal of Clinical Psych. (2002) prima ricerca di valutazione degli effetti dell’EMDR a livello neuroendocrino
  3. Studi con risonanza magnetica (Università di Siena, 2006)
  4. Analisi qualitativa dell’EEG di pazienti trattati con EMDR (1997, 2006)

Un altro importante contributo alla ricerca sull’efficacia clinica e neurobiologica dell’EMDR è stato dato da un recente studio condotto dall’Associazione per l’EMDR in Italia (Centro Ricerca e Studi in Psicotraumatologia, Milano) in collaborazione con il Dipartimento di Neuroscience, Sezione di Psichiatria e Sezione di Neurologia dell’Università di Siena. Riporto qui di seguito l’abstract della pubblicazione dello studio.

Studio di valutazione dell’efficacia clinica e neurobiologica dell’EMDR in pazienti affetti da disturbo da stress post-traumatico L.BOSSINI, I.CASOLARO, E.SANTARNECCHI, C.CATERINI, D.KOUKOUNA, I.FERNANDEZ, A. FAGIOLINI

Riassunto. Forti evidenze sostengono l’impiego dell’EMDR nei pazienti affetti da disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Obiettivo. Valutare l’efficacia clinica e neurobiologico-strutturale dell’EMDR nel PTSD drug-naïve e senza comorbilità.

Materiali e metodi. Tramite RMN cerebrale abbiamo valutato il quadro clinico e misurato le volumetrie ippocampali in 29 soggetti con PTSD e in 30 controlli sani. I pazienti sono stati trattati con EMDR e dopo tre mesi di psicoterapia sono stati rivalutati i parametri clinici e i dati morfovolumetrici. Risultati e discussione. I risultati indicano la scomparsa della diagnosi in tutti i pazienti che hanno terminato il percorso (n=18). Contemporaneamente in tutti è stato rilevato un incremento medio del 6% dei volumi ippocampali. Conclusioni. Il nostro studio suggerisce che il trattamento con EMDR è associato a un significativo miglioramento dei sintomi di PTSD e a un parallelo incremento dei volumi ippocampali. (Supplemento alla Rivista di psichiatria, 2012, 47, 2)

Per i riferimenti bibliografici e per avere ulteriori informazioni riguardo la Terapia con EMDR,     è     possibile     consultare     il     sito     dell’Associazione     per     l’EMDR     in Italia: www.emdritalia.it